Irene Sacchetti - Fabio Bussola
Piazzolla Gnattali Pujol Lavia


Irene Sacchetti - Fabio Bussola
Piazzolla Gnattali Pujol Lavia



L'album

Un cd singolare e intrigante, quello realizzato dai giovani, ma già affermati Irene Sacchetti e Fabio Bussola, per intero dedicato alla musica sudamericana del Novecento e ai suoi caratteristici topoi. Singolare innanzitutto per la non comune formazione di duo chitarra e flauto, ma singolare altresì per i variegati contenuti; di spicco l'iniziale hommage a Piazzolla, nel 100° della nascita, e così pure l'inclusione di una pagina inedita dovuta a Sergio Fabian Lavia.
Nativi di Bergamo e coetanei - entrambi classe 1998 - Irene Sacchetti e Fabio Bussola suonano in duo dal 2013; solidi studi e master con illustri maestri, hanno già al loro attivo il conseguimento di rilevanti primi premi (vincitori singolarmente di oltre una ventina di concorsi) e una intensa attività solistica a livello internazionale, in ensemble, in formazioni orchestrali; in repertorio annoverano pagine a loro dedicate e già risultano attivi in ambito discografico.
L'esordio del cd è dunque nel segno del grande Astor Piazzolla. Nato a Mar del Plata 1'11 marzo 1921, a lungo incompreso, se non apertamente snobbato dagli ambienti ufficiali, il compositore argentino fu musicista a 360 gradi, dalla poliedrica personalità. Studiò in patria con il conterraneo Ginastera, ma sentì poi l'esigenza di completare la formazione in Europa, approfondendo la direzione d'orchestra con Scherchen e la composizione con Nadia Boulanger. Profondamente legato alla terra d'origine, ormai entrato nella leggenda e assurto a «simbolo di una Argentina mai abbastanza ricordata», incarna l'idea stessa del tango, la più tipica e sensuale delle danze sudamericane. Non a caso per molti Piazzolla semplicemente è il tango, anche se questa - a ben guardare - è un'immagine riduttiva della sua musica, ricca di assonanze, echi e riferimenti colti alla grande tradizione occidentale, ma così pure al jazz ed alla musica leggera.
Quanto all'emblematica Histoire du tango (1986) si articola in quattro movimenti che- fin dagli allu­ sivi titoli - intendono illustrare l'evoluzione del tango nel corso dei decenni. Pagina davvero effi­ cace e di grande impegno, a tratti drammatica, per la quale sono richieste non comuni doti inter­ pretative, concepita espressamente per l'abbinamento di flauto e chitarra; si apre con un pannello - Borde / - nel quale, stando alle puntuali e suggestive 'note' di Piazzolla stesso poste a corredo della partitura, s'intende evocare il chiacchiericcio bonario che si dipana in un postribolo «popolato di donne francesi, italiane e spagnole» (si ponga mente alle vistose reminiscenze di habanera) in­ tente a prendere in giro poliziotti, ladri e marinai. In Cafè la musica evoca ormai un'altra epoca; il tango ha subìto una vistosa trasformazione, ancora secondo le annotazioni poste in exergo dall'autore, e allora ecco «armonie nuove e talora più malinconiche», sognanti ma anche torbide: si estingue in un soffio. In Nightclub l'allusione è a un «clima di scambi internazionali» in cui idealmente Brasile e Argentina si fondono a Buenos Aires; bossanova e nuevo tango convivono. Nell'ultimo impegnativo ed assai arduo pannello, infine, sotto traccia ecco l'eco di Bart6k e Stravinskij, come pure di certe avanguardie. Impossibile non restarne ammaliati. In seconda posizione ecco una pagina del brasiliano Radamés Gnattali, pianista, compositore e direttore d'orchestra di origine italiana che seppe re-interpretare consolidate forme con linguag­ gio decisamente personale. La madre  sua prima insegnante, era pianista, mentre il padre fagottista si dedicò in seguito alla direzione d'orchestra; entrambi melomani incalliti, segnatamente appassionati di opera verdiana, non a caso scelsero per i figli i nomi di Radamés, Aida ed Emani, ovviamente mutuati da altrettanti personaggi delle opere del compositore di Busseto. Ne ascoltiamo l'accattivante Sonatina tagliata in tre 'classici' movimenti: pagina nella quale si ammira un equilibrato mix di stilemi folklorici di danza ed elementi squisitamente novecenteschi. Del primo movimento, dalle arabescanti e a tratti oniriche figurazioni, mette conto sottolineare le sofisticate armonie e il trattamento talora contrappuntistico entro una condotta dall'andamento vistosamente rapsodiante. Ecco poi che il tempo centrale, fitto di cromatismi, si segnala per un suo dolce lirismo venato di melanconia. Nel movimento conclusivo a prevalere è un'allure decisamente virtuosistica, con passi di bravura affidati a entrambi gli strumenti: il flauto spesso impegnato a proporre frasi acuminate come stalattiti, sul substrato regolare e rassicurante della chitarra, in alternanza a passi concepiti come il remake di un arcaicizzante bicinium. A seguire un brano dell'argentino Maximo Diego Pujol, chitarrista che di Piazzolla, come pure di Villa Lobos subì l'influsso. I quattro tempi della composizione - rispettivamente Pompeya, Palermo, San Telmo, Microcentro, si ispirano ad altrettanti quartieri di Buenos Aires. Innervato di brio e ritmi incalzanti si presenta il primo tempo, con armonie pungenti e talora agrodolci; poi ecco emergere una sezione in regime di Andante avviata dalla chitarra, dove a prevalere è un certo intimismo intri­ sodi sound dalle vaghe assonanze iberiche. I due elementi convivono poi felicemente alternando­ si. Da momenti di maggior stasi la pagina riprende quota progressivamente, con suggestivo effet­ to. In Palermo predomina un clima languoroso che la tonalità di mi minore rende ancor più strug­ gente: un languore appena attenuato nella parte centrale in maggiore. Laddove il terzo tempo, dalla chiara struttura tripartita, s'impone invece per la sua spensierata freschezza e per un clima di aperta allegria, impreziosita da ricercati effetti timbrici e percussivi. Infine, in Microcentro, il vortice di una figurazione quasi perpetuum mobile consegue risultati di sicuro appeal: anche qui non mancano istanti dal clima arcano, posti a reagire con le baluginanti figurazioni del flauto, spesso spinto in regione sovracuto. Da ultimo l'inedito Cortes y quebradas di Sergio Fabian Lavia, chitarrista, compositore e sound artist di origine italiana, nato a Buenos Aires. I suoi interessi, spaziando dalla classica-contempora­ nea e le nuove tecnologie alla musica popolare di Argentina e Brasile, lo portano a ricercare un dialogo fra mondi culturali dissimili. Formatosi in patria, prosegue gli studi a Milano; conseguiti i diplomi in chitarra, composizione, musica elettronica e informatica, si perfeziona tra gli altri con Donatoni e De Pablo. Sue musiche sono state eseguite da importanti interpreti, utilizzate in video in più di quaranta Paesi nel mondo; ha collaborato con musicisti di diversa estrazione del calibro di Riccardo Chailly, Luis Bacalov, Vinko Globokar, Nicola Piovani, Vladimir Jurowski, Yutaka Sado, Enrico lnt ra. Ospite di progetti discografici ed editoriali con Decca, Stradivarius, Warner Chappell, è direttore artistico del Festival Internazionale di Chitarra Menaggio e docente presso il Conservato­ rio della Svizzera Italiana. Cortes y quebradas - in spagnolo tagli e rotture - «costituiscono un momento classico del tango in cui la passeggiata viene interrotta per un ornamento coreografico. li 'taglio' - precisa Lavia illustran­ do le peculiarità linguistiche ed espressive della pagina - intensifica la comunicazione tra la coppia accentuando la sensualità della danza». Ed è sulla base di tale immagine che l'autore dichiara di aver «realizzato un brano con abbondanza di sorprese e sospensioni ritmico melodiche», dove c'è spazio per l'elaborazione di «materiali tipici della cultura del tango e della milonga, scale, armonie complesse e frasi che tendono all'asimmetria»;ne deriva una «fusione fra elementi della musica cit­ tadina di Buenos Aires e altri di origine rurale». Di spicco vari passi virtuosistici, nonché una notevole «ricchezza di articolazioni», col ricorso a timbri caratteristici quali il frullato del flauto o il rasgueado della chitarra: in un fascinoso dialogo a due, ispirato ai modi peculiari del tango «che al­ terna il protagonismo dei componenti a rispettivi assoli».

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Discografia
Irene Sacchetti
L'artista

Irene Sacchetti


Nata a Bergamo nel 1998, Irene Sacchetti intraprende lo studio del flauto traverso all’età di nove anni sotto la guida di Paola Proserpi e successivamente di Anna Facoetti. Dopo aver conseguito il diploma liceale presso il Liceo Musicale Superiore “P. Secco Suardo” nella classe del M° Ombretta Maffeis, prosegue gli studi di flauto al Conservatorio “Gaetano Donizetti” di Bergamo con il M° Paola Bonora dove nel 2020 si laurea con il massimo dei voti e la lode, specializzandosi quindi con il M° Gianni Biocotino presso il Conservatorio “G. Cantelli” di Novara. Parallelamente al flauto approfondisce lo studio del canto lirico, seguita dalla cantante Tiziana Fabbricini. Ha partecipato a numerosi corsi di perfezionamento e Masterclass con docenti di calibro nazionale ed internazionale come Silvia Careddu, Salvatore Lombardi, Maurizio Simeoli, Shimizu Kazutaka, Domenico Gustafierro, Marco Zoni ed in Belgio con il flautista Marc Grauwels. Dal 2010 ad oggi partecipa e vince numerosi concorsi nazionali ed internazionali di flauto traverso, fra i quali spiccano il premio come migliore flautista solista al concorso nazionale “Civica scuola di Musica, fondazione di Milano” (MI), Primo premio al concorso per giovani flautisti “Giuseppe Peloso” (PV), Primo premio al concorso musicale nazionale “Lodovico Agostini” (FE) e il Primo premio al concorso internazionale “Città di Cremona”(CR). Nel 2017 riceve il premio per la musica da camera “Musica e Natura” in Svizzera, il quale le permetterà di essere ospite di importanti rassegne concertistiche. Parallelamente all’aspetto solistico si esibisce in diverse formazioni orchestrali di rilievo, collaborando con l’Orchestra del Conservatorio Donizetti di Bergamo in varie manifestazioni nella provincia; con essa prenderà parte in qualità di primo flauto al prestigioso Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, diretta dal M° Fabrizio Maria Carminati. Nel 2018 si è esibita con la Sinapsi Opera Orchestra & Choir di Roma presso la Basilica di San Pietro in Tuscania, collaborando con solisti di chiara fama e diretta dal M° Isaac Karabtchevsky. Nel 2019 si è esibita in occasione dei “Rencontres Musicales Internationales en Wallonie” presso l’Hotel de Ville de Wavre, in Belgio; nello stesso anno ha collaborato con l’Orchestra Italiana del Cinema (O. I. C.) in una serie di concerti riguardanti la musica da film, diretta dai M° Timothy Henty e Benjamin Pope al Teatro degli Arcimboldi di Milano e successivamente presso l’MGM Cotai Theatre di Macao (Cina), sotto la direzione del M° Shih-Hung Young. Si è inoltre esibita in occasione della premiazione della città di Bergamo in quanto città creativa UNESCO presso il salone Belvedere-Jannacci del Palazzo Pirelli a Milano. Nel 2020 è risultata vincitrice con menzione speciale del concorso internazionale “Samnium University of Music Audition Awards”, il quale le permetterà di partecipare ad un tour di concerti in alcuni dei più prestigiosi teatri quali il Teatro Romano in Benevento, il Teatro di Ostia Antica a Roma e la Musikverein di Vienna. In duo con il chitarrista Fabio Bussola, formazione stabile dal 2013, si è esibita in numerose rassegne concertistiche in Italia e all’estero e ha seguito corsi di perfezionamento e masterclass con alcuni dei personaggi più influenti nel campo, tra cui il M° Giulio Tampalini e il M° Roberto Porroni. Hanno partecipato e vinto concorsi internazionali quali il concorso internazionale “Città di Favria” ed il concorso internazionale “Città di Cremona”. Nel 2016 sono stati invitati ad esibirsi in diverse puntate della trasmissione televisiva “Ciao Gente”, dedicata a giovani talenti lombardi per poi essere selezionati nel 2017 dall’Eco di Bergamo per la serie di interviste e performance “Protagonisti”. Dedicataria di composizioni di autori contemporanei quali Marco Bussola (Atmosphère per flauto e chitarra dedicata a Irene Sacchetti e Fabio Bussola) e Alessandro Chiantoni, da quest’ultimo le è stata affidata la prima esecuzione assoluta dei brani “Dialogue n°1 Op. 5” e “Chant d’oiseaux Op. 7”, opera a lei dedicata. Tra le formazioni cameristiche all’attivo ha preso parte con il Quintetto Elisir ad importanti rassegne concertistiche svoltesi nella provincia di Bergamo e Brescia, tra cui spiccano il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo e l’Aldebaran Music Festival.

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Fabio Bussola
L'artista

Fabio Bussola

Nato Bergamo nel 1998, ha iniziato lo studio della chitarra all’età di nove anni sotto la guida di Ivan Bracchi, frequentando poi il Liceo Musicale “P. Secco Suardo” di Bergamo, seguito da Giovanni Podera ed il Conservatorio “Gaetano Donizetti” della stessa città con Luigi Attademo. Dal 2015 al 2019 ha studiato con Andrea Dieci e Bruno Giuffredi presso l’accademia chitarristica di alto perfezionamento “Giulio Regondi” di Milano. Nel 2020 si è laureato con il massimo dei voti, lode e menzione speciale presso il conservatorio “Guido Cantelli” di Novara.
Ha partecipato a corsi di perfezionamento con docenti di calibro internazionale come Giulio Tampalini, Frédéric Zigante, Javier Riba, Andrea De Vitis, Christian Saggese, Lucio Matarazzo, Massimo delle Cese e Marco Tamayo.
Oltre ad esibirsi pubblicamente in Italia e all’estero come solista e in varie formazioni da camera partecipa e vince più di venti concorsi nazionali ed internazionali di chitarra, fra i quali spiccano il primo premio assoluto al 12° concorso internazionale “Città di Voghera” nel 2013, primo premio per due edizioni consecutive al concorso internazionale “Città di Favria” nel 2013 e nel 2014 ed il primo premio assoluto con lode al concorso “Città di Tradate” nel 2014.
Nel 2015 gli viene assegnata la 29a edizione della borsa di studio “Lino Barbisotti” di Bergamo, nel 2016 vince il premio internazionale di interpretazione “Mauro Fantinelli” e, per due edizioni consecutive, 2016 e 2017, si aggiudica il premio internazionale di musica da camera “Musica e Natura” in Svizzera.
Dal 2018 ad oggi risulta vincitore di diversi premi e concorsi, tra cui il primo premio assoluto al concorso “Giorgio e Aurora Giovannini” di Reggio Emilia, primo premio per due edizioni consecutive, 2019 e 2020, al concorso “Festival Corde d’autunno” di Milano, primo premio assoluto al III concorso “G. Marziali” di Seveso e primo premio assoluto al concorso nazionale “La chitarra volante” di Brescia.
Nel 2019 gli viene attribuita la borsa di studio novarese “Francesco Vaccari” grazie alla quale è stato ospite di diverse rassegne concertistiche nella regione Piemonte, fra le quali la rinomata rassegna “Il Mondo della Chitarra” di Novara che ogni anno ospita artisti di caratura internazionale.
Risulta vincitore per due edizioni consecutive, 2019 e 2020, del premio “Seicorde Academy”, conferitoli dai Maestri Andrea Dieci, Christian Saggese, Giulio Tampalini, Marco Tamayo e da Filippo Michelangeli, direttore di “Suonare News” e della rivista “Seicorde”. Per quest’ultima ha recentemente preso parte ad un progetto discografico distribuito in tutta Italia, “I Maestri della Chitarra” e registrerà un nuovo CD il prossimo anno.
Recentemente gli viene attribuita la borsa di studio “Giancarlo Facchinetti” come miglior giovane interprete della “Seicorde Academy”.
Di particolare rilievo le registrazioni delle opere del chitarrista e compositore Giovanni Podera ed altre opere a lui dedicate di compositori contemporanei come Luigi Artina, Kevin Swierkosz-lenart e Franco Balliana. Diverse di queste registrazioni sono pubblicate per la casa editrice “Sinfonica” e per l’etichetta “ZeroCrossingRecords”.
Nel marzo 2020 pubblica il suo primo video per l’etichetta tedesca “SiccasGuitar”, marchio seguito in tutto il mondo per le pubblicazioni di performance di celebri e giovani chitarristi provenienti da diverse realtà dell’intero panorama chitarristico mondiale.
Attualmente studia presso il conservatorio “Guido Cantelli” di Novara sotto la guida di Bruno Giuffredi

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