Trio Kanon
Beethoven


Trio Kanon
Beethoven



L'album

La musica da camera fu per Beethoven fecondo terreno di sperimentazione: nelle sonate per pianoforte, nei quartetti d’archi o nei trii ricercò nuove soluzioni tecnico-strumentali, espanse i limiti della forma, testò inusuali combinazioni timbriche. Mise poi a frutto questa esperienza nei grandi lavori orchestrali, con esiti forse insuperati. Nell’ epoca di Mozart e Haydn, sommi maestri dello stile classico , il trio, genere molto in voga tra la borghesia viennese, vedeva lo strumento a tastiera protagonista indiscusso, mentre il violino emergeva negli episodi cantabili e il violoncello giocava un ruolo quasi subalterno, spesso a raddoppiare la linea del basso. Beethoven si emancipò pian piano da questo modello, elaborando una scrittura che garantisse ai tre attori un ruolo più paritario. Il Trio op.70 N.1 è aperto e chiuso da due movimenti (I e III) dal piglio deciso e luminoso, in cui il virtuosismo strumentale e la freschezza dei temi sono  predominanti. L’ Allegro e il Presto racchiudono al centro, come una conchiglia che cela il suo segreto, il Largo assai ed espressivo, vero cuore del trio. Subito si comprende il sottotitolo “Spettri” che amplificò il successo del brano: gli archi sussurrano frammenti di una melodia che si sviluppa sull’arpeggio di re minore, mentre il pianoforte interviene con incisi malinconici. Il secondo tema, più espressivo, viene affidato prima al violoncello e poi al violino, in un crescendo disperato che riporta al primo tema, col violoncello accompagnato da un lugubre tremolo del pianoforte. Il brano si sviluppa con lentezza, mantenendo una tensione data dal trattamento non convenzionale della dinamica e delle armonie, sfociando in parentesi ora liriche, ora drammatiche. È una musica rivoluzionaria, che travalica i confini formali ed espressivi della sua epoca. Il Trio op.97, scritto nel 1811, fu pubblicato nel 1816 con dedica all’ Arciduca Rodolfo d’ Austria, amico e sostenitore, omaggiato anche nell’ intestazione della sonata Hammerklavier e della Missa Solemnis. Beethoven prosegue la ricerca di nuovi mezzi tecnici ed espressivi, parallela allo sviluppo degli strumenti a tastiera operato dalla Broadwood ed altre ditte costruttrici, che a inizio ‘ 800 produssero pianoforti dalla meccanica più solida, suono più robusto e un’ estensione di sei ottave: presupposti necessari per immaginare musica di maggiore impatto e durata. Il trio op.97 è, infatti, di proporzioni sinfoniche; Beethoven scavalca ogni confine di genere e spalanca strade che avrebbero illuminato il cammino di Schubert e Brahms dopo di lui. Lo Scherzo è di carattere danzante, ma con una sezione centrale in cui un religioso fugato, aperto a mezza voce dal violoncello, è seguito da un crescendo che sfocia in ruvidi arpeggi del pianoforte e rintocchi di fanfara degli archi. Il movimento lentoè forse la pagina più sublime del trio, un Andante Cantabile ma però con moto strutturato come un tema con cinque variazioni. Un luminoso corale in re maggiore viene esposto prima dal pianoforte e poi dagli archi , ma, a partire dalla prima variazione, esso rimane solo un solo un ricordo, un evocazione suggerita dall’ accompagnamento leggerissimo del pianoforte e da interventi sempre più articolati degli archi. L’ ultima variazione è una sorta di ripresa: il tema torna riconoscibile, in pianissimo, prima che il canto finalmente appassionato degli archi, scandito da accordi “schubertiani” al pianoforte, ci conduca ad una conclusione serena. Senza alcuna interruzione attacca l’Allegro moderato finale: il carattere è rustico, quasi di sberleffo e le sonorità calde dell’ Andante cantabile sono un ricordo. Il motivo enunciato dal pianoforte è reso più spigoloso da trilli, acciaccature e ritmi sincopati. È un brioso Rondò dalla forma classica, ma nel finale un’ irriverente tarantella in la maggiore (tonalità lontanissima) si insinua in pianissimo e poi si manifesta sempre più sfacciata, fino alla perorazione conclusiva in tempo Più presto in cui si torna sulla “giusta” tonica di si bemolle maggiore.

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Discografia
Trio Kanon
L'artista

TRIO KANON

Diego Maccagnola, pianoforte
Lena Yokoyama, violino
Alessandro Copia, violoncello

Il Trio Kanon (il nome, oltre ad avere assonanza con il Canone, è anche l'unione di due parole giapponesi: “Ka”, fiore e “On”, musica, quindi letteralmente “musica fiorente”) nasce nell’estate del 2012 dall’amicizia di tre musicisti che hanno deciso di condividere la loro passione per la musica da camera studiando sotto la guida del Trio di Parma (Alberto Miodini, Ivan Rabaglia, Enrico Bronzi), presso l’International Chamber Music Academy di Duino, fondata dal Trio di Trieste nel 1989. Lena ed Alessandro provengono da un percorso di studio comune presso la prestigiosa Accademia per strumenti ad arco W. Stauffer di Cremona, essendosi perfezionati, rispettivamente, con il Maestri Salvatore Accardo e Rocco Filippini; Diego invece ha completato la sua formazione diplomandosi in pianoforte con Maria Grazia Bellocchio e in musica da camera con Rocco Filippini presso l'Accademia S. Cecilia di Roma. Il Trio Kanon si è affermato a livello internazionale vincendo il 1° Premio, il Premio del Pubblico e Premio Speciale “Cerutti–Bresso” nell’International Chamber Music Competition di Pinerolo e Torino Città Metropolitana 2018. Precedentemente il trio si era aggiudicato il 2° Premio, con Primo non assegnato, nell’ OnStage International Chamber Music Competition 2017, il Premio Speciale della giuria nell’International Brahms Competition di Poertschache il 1° Premio e il Premio del Pubblico nel Rospigliosi Chamber Music Competition 2015.Nel 2014 è stato miglior gruppo nella Trondheim International Chamber Music Academy for Piano Trios e nel 2015 ha vinto il “Chamber Music Award” come miglior ensemble presso l’Internationale Sommer Akademie Prag-Wien-Budapest, prestigioso riconoscimento patrocinato dall’Haydn Institute e dalla “University of music and performing arts” di Vienna. Il Trio Kanon si è esibito in numerosi concerti: in Italia presso il Teatro La Fenice di Venezia, il Palazzo Gromo Losa di Biella, gli Studi Rai di Trieste, la Sala Casella dell’Accademia Filarmonica Romana, il Ridotto del Teatro Verdi di Trieste per la Società dei Concerti, il teatro Vittoria di Torino per l’Unione Musicale, la Cappella Paolina per i Concerti del Quirinale, il nuovo Auditorium “G. Arvedi” di Cremona, Palazzo Ducale e Palazzo Te a Mantova durante il Mantova Chamber Music Festival, all’estero in Inghilterra, Croazia, Austria, Norvegia, Cina, Stati Uniti e Giappone, riscuotendo ovunque successo di pubblico e di critica. Nel 2014 il Trio Kanon è stato ammesso ai corsi tenuti da Alexander Lonquich presso l'Accademia Chigiana di Siena, ottenendo il Diploma di Merito; ha inoltre seguito le masterclass di Robert Cohen presso Snape Maltings (UK), di Hatto Beyerle, Miguel da Silva e Annette von Hehn (Atos Trio) presso la Trondheim Chamber Music Academy 2014 (Norvegia), di Avedis Kouyoumdjian, Anita Mitterer, Péter Nagy, il Talich Quartet presso i corsi estivi di Semmering e Reichenau an der Rax (Vienna) e di Oliver Wille presso il Centro Europeo di Musica da Camera ProQuartet di Parigi e l’Internationale Konzertarbeitswochen di Goslar (Germania). Nel febbraio 2015 il Trio è stato invitato come “gruppo in residence” a Snape Maltings (UK) per il prestigioso Festival “Aldeburgh Music 2015”, con due concerti per la stagione primaverile presso la Jubilee Hall.Nel 2019 è stato protagonista di una fortunata tournée in Giappone, con recital presso il Music Salon Amadeus di Kobe e la celebre Phoenix Hall di Osaka e culminata con il Triplo Concerto di Beethoven accompagnato dalla Sereno Chamber Orchestra presso l’Auditorium dell’Aqua Cultural Centerdi Toyonaka. Ha inciso per Movimento Classical musiche di Beethoven.

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