Artisti / Ugo Nastrucci / Quando nascette Ninno
Ugo Nastrucci
Alfonso X el sabio -Mateo Flecha - Giorgio - Mainerio Fransisco - Soto de Langa - Claude Gervaise - Henry the VIII -Thomas Ravenscroft -Anthony Holborne -Alfonso de Liguori

Quando nascette Ninno


Quando nascette Ninno
Ugo Nastrucci
Alfonso X el sabio -Mateo Flecha - Giorgio - Mainerio Fransisco - Soto de Langa - Claude Gervaise - Henry the VIII -Thomas Ravenscroft -Anthony Holborne -Alfonso de Liguori

Quando nascette Ninno



L'album

«Al sesto mese Dio mandò l’angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nàzaret, a una vergine…il nome della vergine era Maria….l’angelo le disse: «..Ecco tu concepirai nel grembo e darai alla luce un figlio. Lo chiamerai Gesù» . Con queste parole l’apostolo Luca nel suo Vangelo (1, 26-31) ci racconta l’evento miracoloso del concepimento di Nostro Signore. Questo fatto ha, da sempre, destato l’interesse dei compositori. Esemplare, in questo senso, è il repertorio medievale e rinascimentale. Nei Vangeli, e in particolare in quello di Luca, vengono raccontati anche altri episodi legati all’infanzia di Gesù, come la sua nascita e la visita che gli fecero i Re Magi a Betlemme seguendo la stella cometa. Il concepimento, la nascita e la visita dei pastori e dei Magi sono i tre momenti della vita del Signore che l’ensemble Il Giardino delle Muse ha scelto per “rappresentare” il suo percorso musicale del Natale, facendolo in maniera speculare tra il Medioevo e il Rinascimento. Prima di proseguire nella descrizione dei singoli brani, mi piace osservare che i due repertori, se da un punto di vista testuale richiamano ambedue le parole dell’evangelista, dall’altro presentano una differenza fondamentale. I brani medievali, infatti, hanno il testo in latino, mentre quelli rinascimentali utilizzano il volgare. Il nostro viaggio natalizio inizia con la Cantiga monodica Cuncti simus concanentes: Ave Maria tratta dal Llivre Vermell, splendido manoscritto spagnolo del XIV secolo che conserva i canti dei pellegrini che si recavano al monastero di Montserrat per venerare la Madonna nera. Il testo di questa Cantiga sembra richiamare il Vangelo dell’apostolo, tanto che possiamo leggere: «A lei sola, fra le creature, apparve un angelo. Si chiamava Gabriele, ed era mandato dal cielo…. partorirai un figlio, uditemi carissimi, lo chiamerai Gesù». Allo stesso modo il Villancico a quattro voci Riu riu chiu, composizione del XVI secolo attribuita a M. Flecha che si trova all’interno del Cancionero de Upsala, ricorda lo stesso fatto miracoloso con queste parole: «….neppure un peccato questa Vergine avesse. Colui che è nato è il grande Re». Maria, sempre secondo quanto riporta il Vangelo di Luca (1, 34-35), è turbata dalle parole dell’angelo tanto da rispondere dicendo «Come è possibile? Non conosco uomo». L’angelo le rispose «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra; perciò quello che nascerà sarà chiamato santo, Figlio di Dio» . La dolcissima e cullante Cantiga monodica Polorum Regina imnium nostra, tratta sempre dal Llivre Vermell, ribadisce esattamente il concetto della purezza di Maria “Stella del Mattino” prima, durante e dopo il parto di Nostro Signore: «Prima del parto, vergine gravida di Dio. Sempre rimanesti inviolata… E durante il parto, vergine feconda di Dio. Sempre rimanesti inviolata….. E dopo il parto, vergine fatta madre. Sempre rimanesti inviolata. Stella del mattino, cancella i nostri peccati». La nascita di Gesù viene mirabilmente raccontata anche Ne l’apparir del sempiterno sole di F. Soto de Langa, tenera Lauda a tre voci pubblicata alla fine del XVI secolo, in cui già si può ascoltare una nascente sensibilità barocca post Concilio di Trento. Il testo sembra proprio riprendere, parafrasandolo, il Vangelo di Luca (2, 4-20), quando l’apostolo ci racconta dell’arrivo a Betlemme di Giuseppe e Maria, la nascita di Gesù, il Bambino che viene fasciato, la sua deposizione nella mangiatoia, l’arrivo dei pastori alla Santa Capanna e il loro stupore. La figura di Maria, paragonata ad una stella sopra un monte capace di generare una luce potente come un raggio di sole, e la sua santità in quanto madre di Gesù capace di operare miracoli, diventa, proprio tra XII e XIII secolo, oggetto di grande venerazione, tanto che il culto mariano raggiunge uno dei suoi momenti più alti. La Cantiga polifonica a due voci Stella splendens in monte ci narra proprio della devozione verso Maria da parte di «ricchi e poveri, grandi e piccoli,… Principi e nobili di stirpe reale,… Prelati, baroni, conti illustri, religiosi tutti e presbiteri, soldati, commercianti, cittadini, marinai, borghesi, pescatori Contadini, aratori ed anche notai, avvocati, tagliapietre, falegnami, sarti e calzolai, ed anche tessitori, artigiani….Tutti insomma, donne e uomini, purificando le nostre anime, preghiamo devotamente la Vergine gloriosa, clemente Madre. Possiamo noi vedere in cielo Colei che è veramente piena di grazia». La Carola inglese a quattro voci Remeber o thou man è, dal punto di vista del suo messaggio spirituale, molto interessante. Il brano ha, infatti, il testo diviso in due parti. Nella prima si può ascoltare un vero e proprio memento mori, concetto filosofico-teologico tipicamente controriformista legato periodo Barocco, dove si ricorda all’Uomo che il suo tempo è finito, che deve pentirsi altrimenti finirà all’inferno, e che la sua salvezza è possibile perché Dio, nella sua infinita bontà, ha mandato sulla terra suo Figlio, proprio per lavare i nostri peccati. A questo punto inizia la seconda parte dove si narra degli angeli che cantano in gloria per annunciare la nascita Gesù, e dei pastori che si recano alla mangiatoia di Betlemme per vedere il Salvatore in modo che «in questo giorno benedetto, che tutti gli uomini cantino e dicano: “Santo, santo!”». L’ultimo brano cantato è una Canzoncina, il cui testo è stato scritto da Sant’Alfonso de Liguori nel 1737. La lirica, in napoletano, è da cantarsi sopra una melodia anonima di origine, probabilmente, popolare, divenuta oggi celeberrima con il titolo di Tu scendi dalle stelle, le cui parole sono sempre di Sant’Alfonso de Liguori. La composizione Quando nascette Ninno racconta la gioia e lo stupore felice per la nascita di Gesù da parte degli uomini, con il cielo che si illumina a giorno grazie alla stella cometa, dei fiori che, nonostante l’inverno, ricominciano fiorire e degli animali che, in pace tra di loro, iniziano a cantare. Grazie, quindi, alla nascita di Ninno la «terra è diventata un Paradiso». Accanto ai brani cantati si trovano delle composizioni strumentali che hanno il compito di sviluppare e contestualizzare, anche da un punto di vista teologico, il tema del Santo Natale. Per quanto riguarda il periodo medievale le tre Cantigas del Llivre Vermell, di cui Cuncti simus concanentes: Ave Maria e Polorum regina imnium nostra sono scritte a ball redon, ossia prevedono di essere ballate, sono idealmente inserite all’interno di quattro Cantigas de Santa Maria, le quali sono eseguite strumentalmente. La raccolta delle Cantigas de Santa Maria, formata da oltre quattrocento composizioni, nasce presso la splendida corte spagnola di Alfonso X el sabio (1221-12 84), e costituisce uno dei principali monumenti musicali medievali dedicati alla figura di Maria. In questi brani, la cui forma prevede un Ritornello e una Strofa esattamente come per le Cantigas del Llivre Vermell, troviamo narrati sia i miracoli compiuti dalla Vergine, sia delle preghiere rivolte alla Santa Madre. Queste straordinarie composizioni hanno spesso dei ritmi che ricordano alcune danze tipiche del XIII-XIV secolo, come le Estampide, i Saltarelli, le Ductie o i Rotundellus, e con questo spirito sono state eseguite. La scelta di suonare le Cantigas de Santa Maria, oltre alla loro intrinseca bellezza musicale e alla contiguità stilistica con quelle del Llivre Vermell, serve a porre la figura della Madre al centro del racconto natalizio, e ad immaginare la Vergine in un dialogo ideale con il proprio Figlio, che è l’incarnazione di Dio. Nel caso del repertorio strumentale del Rinascimento ci si trova di fronte ad una scelta musicale differente. Dal momento che le composizioni vocali provengono da diverse aree geografiche, lo stesso vale per le danze strumentali. Si è deciso di iniziare con il brano spagnolo a tre parti Propiñan de Melyor, tratto dal Cancionero della Colombina, così da mantenere un filo rosso con il precedente repertorio medievale. Questa composizione ricorda molto una Fanfara, la quale, con i suoi iniziali intervalli di quinta ascendente, richiama immediatamente la nostra attenzione, grazie anche ad una melodia coinvolgente e ritmata. Schiarazula marazula è una danza molto nota del rinascimento italiano, utilizzata anche in tempi più recenti nell’ambito della canzone italiana d’autore. L’accompagnamento della linea melodica è basato su due bicordi di bordone, e questo la rendono immediatamente una composizione di origine schiettamente popolare. La melodia è in diretto dialogo sia con Ne l’apparir del sempiterno sole, Lauda volutamente “popolare” scritta per la devozione laica, sia con Quando nascette Ninno. Il Bransle de Bourgongne è l’unica composizione francese e, anch’essa, con la sua provenienza dalla Borgogna, ne denuncia un’origine popolare. Questo Bransle a quattro parti e formalmente tripartito, si contraddistingue per una melodia ben definita e dal carattere malinconico. Particolarmente nobile, anzi regale, è Pastime with good company, brano vocale a tre voci scritto dal re Henry VIII. Il pezzo, con il suo incedere ritmico che ricorda il Branle, si presta molto bene ad una esecuzione strumentale. Pastime with good company, come tutte le altre danze, e secondo la prassi all’epoca, è stata arricchita da una serie di diminuzioni, ossia da alcune ornamentazioni dal carattere virtuosistico. Chiude la sezione strumentale l’elegante e nobile Noel’s Galliard di A. Holborne, composizione a cinque parti che, come ci ricorda lo stesso titolo, è prettamente natalizia.

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Discografia
Ugo Nastrucci
L'artista

Ugo Nastrucci

Milanese, ha studiato composizione con Irlando Danieli e Giacomo Manzoni presso il Conservatorio "Verdi" di Milano, conseguendone il diploma. Contemporaneamente ha studiato chitarra classica con Massimo Lonardi, dedicandosi in seguito agli strumenti antichi a corde pizzicate: ha frequentato il corso di liuto tenuto da Paolo Cherici presso il Conservatorio di Milano, perfezionandosi ai seminari di Hopkinson Smith. Ha approfondito gli studi di direzione d’orchestra con Simone Fontanelli, dedicandosi alla direzione di importanti lavori del periodo preromantico. Come liutista e tiorbista ha al suo attivo una intensa attività solistica e collaborazioni con varie formazioni di musica antica fra cui "Il Conserto Vago", "Lo Scrigno d’Orfeo", "Europa Galante", "Ensemble Arte-Musica", la "Capella Leopoldina" di Graz, l’orchestra "Il Demetrio”, l'"Alessandro Stradella Consort", l’Ensemble “Zefiro”, “I Barocchisti” l’"Accademia del Ricercare"; ha partecipato a numerose registrazioni discografiche, radiofoniche e televisive (RAI, ZDF, ORF, Radio France) ha tenuto concerti presso importanti sedi italiane ed in Francia, Svizzera, Austria, Germania, Olanda, Belgio, Repubblica Ceca, Spagna, Croazia, Stati Uniti, Regno Unito, Messico, Turchia. È autore delle musiche di scena di vari lavori teatrali e di composizioni orchestrali, corali e cameristiche. Ha insegnato per oltre quarant'anni armonia, contrappunto, armonia jazz e materie affini presso L'Istituto di Alta Formazione Musicale "Vittadini" di Pavia,di cui è stato direttore dal 1996 al 2000.

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