Ergobando
Il progetto musicale che presento in questo album è nato dall’incontro con Camilla Finardi, una musicista di straordinario talento, nonché una carissima amica. Questo incontro ha dato vita a un’esperienza creativa unica e rappresenta la mia prima incursione nella scrittura per mandolino, strumento con cui fino ad allora non avevo avuto grande familiarità, ma che si è rivelato essere una fonte inesauribile di ispirazione. Questo album è dunque il frutto di un’innovativa esplorazione musicale che si è sviluppata attraverso un dialogo continuo tra il jazz e la musica classica e contemporanea, con l’aggiunta di influenze dalla musica popular.
Il mio lavoro con il trio "Barba Negri Ziliani" prende spunto dalla solida tradizione del jazz piano trio, una formazione che storicamente ha permesso di esprimere un vasto ventaglio di emozioni e complessità armoniche. Tuttavia, non mi sono fermato qui: ho voluto arricchire questa base con incursioni nella musica classica e contemporanea, cercando di coniugare questi mondi sonori in un insieme coerente ma variegato. Questo percorso creativo mi ha portato a riflettere su come integrare il mandolino in un contesto musicale più ampio, andando oltre le sue associazioni tradizionali e sperimentando con stili e tecniche diverse. In questo processo di ricerca e sperimentazione, sono emersi due cicli di composizioni che rappresentano la fusione delle influenze e delle esperienze musicali che ho accumulato negli anni.
Il primo ciclo è intitolato "Ergobando Suite", una composizione articolata e complessa che si sviluppa attraverso un preludio, quattro danze, e un finale tripartito. Quest’ultimo, in particolare, si distingue per la presenza di tre enigmi musicali, ideati per sfidare l’ascoltatore e per stimolare la sua immaginazione, creando un ricco intreccio di emozioni e passaggi virtuosistici per mandolino. L’ispirazione per questa suite proviene da una delle leggende più suggestive e affascinanti delle Dolomiti, quella che circonda il Lago di Carezza, noto anche come "Lech de Ergobando" o "lago dell’arcobaleno".
Il Lago di Carezza è un luogo di rara bellezza, situato in Val di Fassa, nel cuore delle Dolomiti italiane, e le sue acque cristalline, insieme ai riflessi colorati che lo contraddistinguono, ne fanno una meta ambita da artisti di tutto il mondo. Tuttavia, la bellezza naturale del lago non è l’unico elemento che lo rende unico; esso è anche avvolto in un’aura di mistero e magia, alimentata da un’antica leggenda ladina che racconta la storia di una splendida ninfa che abitava le sue acque. Questa leggenda ha ispirato non solo la mia composizione, ma anche numerose altre opere d’arte nel corso dei secoli.
La leggenda narra che nelle acque del Lago di Carezza viveva una ninfa di incomparabile bellezza, il cui canto melodioso incantava chiunque si avvicinasse al lago. La ninfa era amata da molti, ma il suo cuore apparteneva solo al lago e alla natura che lo circondava. Un giorno, lo stregone di Masaré, follemente innamorato della ninfa, decise di conquistarla utilizzando le sue arti magiche. Tuttavia, nonostante tutti i suoi sforzi, ogni tentativo di avvicinarsi alla ninfa falliva miseramente, poiché ogni volta che lui si avvicinava, lei si immergeva rapidamente nelle profondità del lago, sfuggendogli.
Disperato e frustrato, lo stregone si rivolse alla strega Langwerda per chiedere consiglio. Langwerda suggerì allo stregone di travestirsi da venditore di gioielli e di creare un arcobaleno che attraversasse il lago, sperando che la bellezza dei colori e dei gioielli potesse attirare la ninfa fuori dalle acque. Lo stregone seguì il consiglio e tessé un magnifico arcobaleno, adornandolo con gioielli scintillanti e pietre preziose. Il suo piano sembrava destinato al successo quando la ninfa, attratta dall’arcobaleno e dai riflessi luminosi, emerse dalle acque per ammirare lo spettacolo. Tuttavia, non appena scoprì l’inganno, si immerse nuovamente nel lago, svanendo per sempre. Lo stregone, furioso e disperato, strappò l’arcobaleno e i gioielli e li gettò nel lago.
Da quel giorno, secondo la leggenda, le acque del Lago di Carezza riflettono i colori dell’arcobaleno e i gioielli gettati dallo stregone continuano a brillare sul fondo del lago, creando quei riflessi iridescenti che lo rendono unico al mondo. Ogni volta che il sole splende sul lago, chiunque si trovi nelle vicinanze può ammirare questo spettacolo di luci e colori, un ricordo eterno della ninfa e dello stregone. Questa leggenda, con i suoi elementi di bellezza, desiderio e magia, ha ispirato profondamente la mia "Ergobando Suite". Ogni movimento della suite è stato composto con l’intento di catturare l’essenza di questa storia: dal misterioso preludio che evoca l’atmosfera incantata del lago, alle danze che celebrano l’energia vitale della ninfa e della natura circostante, fino al finale, con i suoi enigmi musicali, che rappresenta il gioco di luci e ombre, amore e perdita, proprio come nella leggenda.
La suite si conclude con tre divertissements, intitolati “Tre Enigmi”. Questi sono pensati per gli ascoltatori più audaci, coloro che amano il mistero e il piacere della scoperta. In questa parte della composizione, mi sono concesso una certa libertà creativa, lasciando spazio ai pensieri più nascosti e alle strutture musicali più complesse e affascinanti. Gli enigmi musicali sono un invito a esplorare il lato più intellettuale e ludico della musica, un gioco di interpretazione che spero possa intrigare e coinvolgere chi ascolta.
Il secondo ciclo di composizioni presenti nell'album è intitolato "Cinque Canzoni Botaniche". Questo ciclo di brani si distingue per un approccio più intimo e riflessivo rispetto alla "Ergobando Suite". Ogni canzone è intrisa di sensazioni personali, memorie e riflessioni filosofiche, tutte ispirate dalla bellezza e dalla simbologia di diverse piante. La natura, con la sua infinita varietà di forme e significati, offre un terreno fertile per l’immaginazione e la creatività, e in queste composizioni ho cercato di esplorare il rapporto profondo che ci lega al mondo vegetale, non solo come fonte di vita e bellezza, ma anche come metafora della condizione umana.
Il ciclo si apre con una Barcarola dedicata alle ninfee, simbolo di purezza e serenità, che si muove con delicatezza e grazia, evocando un’atmosfera di quiete e contemplazione. Fin dall’inizio, si percepisce una preziosità segreta, una sorta di intimità che contrasta nettamente con la complessità e l’energia della suite che segue. Ogni canzone del ciclo nasce da un’ispirazione diversa: ricordi personali, pensieri profondi, ma anche dipinti e poesie che hanno lasciato un segno nella mia vita. Ho cercato di tradurre queste emozioni in musica, utilizzando un linguaggio che mescola influenze della popular music, del jazz e della canzone d’autore, creando un intreccio multiforme e caleidoscopico di suoni e significati.
La conclusione dell’album è affidata a un brano per chitarra e pianoforte, intitolato “You’re”, ispirato all’omonima poesia di Sylvia Plath. Questo brano rappresenta un omaggio a Camilla Finardi, che oltre a essere un’eccellente mandolinista è anche una chitarrista sensibile e raffinata. La sua richiesta di comporre un pezzo per chitarra ha dato origine a questa composizione, che chiude il disco nel migliore dei modi. “You’re” rappresenta un ponte tra i paesaggi onirici ed eterei delle "Canzoni Botaniche" e il mondo fantastico e leggendario della "Ergobando Suite", per condurci infine verso la quotidianità e l’immanenza.
Se la musica, come ogni grande forma d’arte, è un mezzo per trascendere la realtà, con “You’re” ho voluto invece rappresentare un ritorno, una discesa nella realtà quotidiana, che possa però lasciare un’emozione, un pensiero che rimanga con voi ascoltatori. Spero che questa sensazione vi accompagni e che vi rimanga anche la mia gratitudine per aver dedicato il vostro tempo, la risorsa più preziosa che possediamo, all’ascolto delle mie musiche.
Camilla Finardi
Laurea di II livello con lode e menzione in mandolino, Laurea di II livello in chitarra, Laurea in Musicologia, Premio Forziati 2013 come migliore allieva di tutto il Conservatorio di Milano. Ha insegnato mandolino presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, presso il Liceo Musicale “Veronica Gambara”di Brescia e presso il Conservatorio “Peri-Merulo” di Reggio Emilia. Ha collaborato con la Fondazione Arena di Verona, con il Teatro Verdi di Trieste, con il Teatro Regio di Parma, con la Seoul Philharmonic Orchestra diretta da M.W. Chung, con i Solisti Veneti diretti da C. Scimone, con la Cappella Musicale San Giacomo di Bologna, con il Teatro Comunale di Bologna, con il Teatro Sociale di Mantova. Solista per l'orchestra francese Alès Synfonia, per l'Associazione francese “Canto Organo” e per la Mandolinata Ateniese “Nikolas Lavdas”, collabora con l'Associazione Musicale “Il Vagabondo” di Trento. Suona con l'orchestra di Mandolini e Chitarre “Città di Brescia” dal 2000. Suona regolarmente in concerto svariati strumenti a plettro, compresi gli strumenti antichi con corde di budello. Ha all'attivo numerosi progetti di musica da camera con strumenti differenti. Svolge un'intensa attività didattica nelle province di Brescia e Cremona. Ha tenuto più volte masterclasses di mandolino e musica d'insieme per strumenti a plettro in Italia, in Francia ed in Croazia.
Riccardo Barba
Classe 1991, Riccardo Barba inizia lo studio del pianoforte all'età di 12 anni. Dopo un percorso classico di pianoforte e composizione, si dedica all’approfondimento del jazz, della musica improvvisata e delle tastiere, con un'attenzione particolare per le sonorità contemporanee. Studia composizione con Paolo Ugoletti, Umberto Benedetti Michelangeli e Giancarlo Facchinetti, direzione di coro con Silvio Baracco e contrappunto e fuga con Tommaso Ziliani. Perfeziona la tecnica pianistica sotto la guida di Massimiliano Motterle.
Diplomato in Pianoforte (LTCL) al Trinity College London e in Pianoforte Jazz al Conservatorio "G. Verdi" di Milano con una tesi su Chick Corea e il Fender Rhodes, ha studiato jazz con Greg Burk, Paolo Birro, Massimo Colombo e molti altri. Ha partecipato a prestigiose masterclass, tra cui quelle con Andras Schiff, John O’Conor, Danilo Perez, Dave Liebman, Franco D’Andrea e altri.
È attualmente iscritto a un Master (MA) in Orchestrazione presso Thinkspace - Arts University Bournemouth in Inghilterra.
Attivo nell'ambito concertistico dal 2005, Barba ha suonato in diversi generi, dal rock al pop e swing, fino ai recital pianistici. Compone il suo primo brano a 12 anni e prosegue con composizioni per progetti teatrali e collaborazioni con artisti italiani e internazionali.
Tra i suoi progetti principali c'è il trio Barba Negri Ziliani, con cui esplora le possibilità espressive del piano trio, pubblicando “Too Many Keys” (2020) e “Orpheus in the Underground” (2022) con ospiti come Fulvio Sigurtà e Mauro Negri. È attualmente in lavorazione il terzo album del trio.
Ha registrato oltre 20 dischi come leader, turnista e arrangiatore e ha partecipato a numerosi festival musicali in Europa.
È il fondatore del Collettivo Mocambo, per il quale cura la creazione, gli arrangiamenti e la direzione di concerti tributo alla musica d’autore italiana.
Collabora stabilmente con la casa di produzione di librerie sonore FluffyAudio.
Insegna pianoforte, tastiere, musica d'insieme, armonia, storia della musica e tecniche d’improvvisazione presso la Scuola di Musica del Garda e la Scuola di Musica “Luciano Fregoni” di Bedizzole, dove è anche Direttore Didattico e Artistico. Dal 2020 tiene conferenze sulla storia della musica occidentale e collabora con gruppi di musicoterapia, contribuendo a progetti per persone con disabilità.