Beatrice & Eleonora Dallagnese
Schubert - Brahms

ITER


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Beatrice & Eleonora Dallagnese
Schubert - Brahms

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L'album

Il pianoforte a quattro mani: un affare domestico.

«Suonare Duetti con due persone su un solo strumento [evita] l'inconveniente di affollare una stanza». Con queste parole, lo storico della musica e compositore Charles Burney introduceva nel 1777 i propri Duetti per due esecutori su un pianoforte o clavicembalo, una delle primissime opere per pianoforte a quattro mani (o tastiera in generale) mai pubblicate. In effetti, di repertorio per questo particolare duo qualcosa già esisteva, ma in gran parte era rimasto ad uso privato e non aveva raggiunto i tipi degli editori.
L'affermarsi del pianoforte a quattro mani, non è certo un caso, va di pari passo con l'affermarsi della classe borghese e delle serate che le famiglie più ricche e affermate organizzavano per raccogliervi il meglio della società e dell'intellettualità coeve. Un ruolo di rilievo ricoprirono, in questi salotti, proprio gli artisti: letterati, pittori, musicisti, il salotto li riuniva tutti, amici e rivali, impegnati in infervorate discussioni o cordiali chiacchierate.
Insomma, il salotto diventò un luogo di socialità, in cui accogliere habitué cittadini o stranieri in visita. Era pratica comune, infatti, che grandi scrittori e poeti vi portassero le loro ultime opere e così compositori e strumentisti, che in questi salotti raccoglievano anche contatti per ottenere nuove commissioni, nuovi allievi, nuovi concerti. In queste stanze affollate, come ben rappresentato dai numerosi dipinti dell'epoca, spesso gremite di gentiluomini e gentildonne ben vestiti, radunati per discorrere o ascoltare, va da sé che difficilmente si poteva collocare un'orchestra. Tutt'al più, nei salotti più ampi vi si potevano incontrare ensemble fino al quintetto o al sestetto, in genere d'archi. Una cosa però non mancava quasi mai: un pianoforte. Gran parte del repertorio per pianoforte a quattro mani nasce dunque per questi ambiti e non a caso consisteva prevalentemente in trascrizioni. Non esistendo ancora mezzi di riproduzione per poter ascoltare, riascoltare ed eventualmente anche analizzare le ultime novità della musica era necessario 'ridurle' al contesto di un salotto. Ecco allora che di quasi ogni opera, fosse una sinfonia o un quartetto d'archi, gli editori approntavano subito versioni per pianoforte a quattro mani. Successivamente, oltre alle trascrizioni, si sviluppò un vasto repertorio di composizioni originali per pianoforte a quattro mani che, in diversi casi, invertendo le origini, fu poi trascritto per orchestra. Tali composizioni ebbero un importante e rapido successo; basti pensare che se nel 1777 Burney pubblicava i suoi brani presentandoli come un'assoluta novità, 51 anni più tardi già moriva uno dei più grandi autori di musica per pianoforte a quattro mani: Franz Schubert.

Le fantastiche tempeste di Schubert

Pochi compositori possono essere associati al salotto più di Franz Schubert (1797-1828). Nato e cresciuto a Vienna, Franz faceva parte del quartetto d'archi familiare fin dalla più tenera età. La pratica musicale domestica era frequentissima e non a caso il primo brano composto da Schubert, a soli 13 anni, fu proprio una Fantasia in Sol maggiore per pianoforte a quattro mani, che oggi occupa il posto di opera prima nel catalogo Deutsch (D 1). Ironia della sorte, una Fantasia per pianoforte a quattro mani sarebbe stata anche una delle sue ultime composizioni, terminata nell'aprile di quel 1828 in cui Schubert, a 31 anni, doveva spegnarsi. Composta e subito riposta nel cassetto, la Fantasia in Fa minore D 940 sarebbe diventata negli anni una delle sue opere più amate. Per struttura, rappresenta un'affascinante unione tra la sonata in quattro movimenti e il Charakterstùck, il brano "di carattere" dal taglio libero, fantastico e non di rado improvvisativo. Non solo, il medesimo materiale tematico circola nella Fantasia, intrecciando il tessuto che regge lo scorrere di questi quattro movimenti (Allegro molto moderato, Largo, Allegro vivace, Con delicatezza), reso con ancora più liquida disinvoltura rispetto al precedente esperimento di Schubert in questa forma ibrida, la celebre Fantasia in Do maggiore "Wanderer", per pianoforte solo. Rispetto alla Wanderer, però, Schubert adotta nella Fantasia in Fa minore una scrittura più sottile, fatta di intarsi contrappuntistici e di un denso dialogo, in cui la maestosità marcatamente sinfonica di alcuni momenti non vuole raggiungere l'estro virtuosistico e baldanzoso della precedente Fantasia in Do maggiore. Più vicino per carattere alla Wanderer è l'Allegro in La minore, composto nel maggio 1828, subito successivo al completamento della Fantasia in Fa minore. Passato alla storia con il soprannome "Lebensstorme" (in italiano "tempeste della vita") assegnatogli dall'editore Diabelli al momento della pubblicazione, questo Allegro ha in effetti un che di tempestoso, fin dal perentorio inizio che può solleticare l'immagin azione. Non è un caso che la tempesta, momento sublime durante il quale l'uomo è in balia delle forze naturali, sia un topos ricorrente nella poesia e nella letteratura romantica, che Schubert, avido lettore, ben conosceva. Si farebbe però torto a ridurre questo poderoso Allegro ad un semplice bozzetto di musica a programma, ossia di ispirazione extra-musicale.
Di fatto, ci troviamo di fronte ad un lungo e complesso brano in forma sonata, che non stonerebbe in apertura delle grandi sonate pianistiche di Schubert. Nonostante le maestose perorazioni non manchino in questo Allegro, il carattere è marcatamente meno sinfonico della Fantasia in Fa minore, e possiamo legittimamente domandarci se Schubert non avesse pensato questo brano come un vero e proprio primo tempo di una sonata per pianoforte a quattro mani, sul modello della grande Sonata in Do maggiore del 1824.
Il diario privato di Johannes Brahms.

La medesima tradizione di esecuzioni domestiche, così come la fascinazione per una scrittura pianistica che tenda all'ampiezza orchestrale, unisce Johannes Brahms (1833-1897) a Schubert. Se una dimensione sinfonica la troviamo nelle Danze ungheresi, non a caso celebri nelle varie orchestrazioni, questa emerge con chiarezza già nelle Variazioni op. 23 su un tema di Schumann, composte nel 1861. Le Variazioni non sono semplicemente concepite per l'esecuzione domestica, ma per due precisi esecutori: Brahms stesso e Clara Wieck, vedova di Schumann. Lo spunto per quest'opera poco nota è esplicitamente autobiografico. Il tema delle Variazioni altro non è che il "Geister-Thema", il "tema degli spiriti" cosl chiamato in quanto apparso a Schumann in una visione nel 1854. Su questo tema lo stesso Schumann elaborò un ciclo di variazioni che è la sua ultima opera pianistica. L'omaggio di Brahms, composto cinque anni dopo la morte di Schumann, rielabora il suo ultimo tema in un magnifico ed enigmatico ciclo. La natura intima del brano è resa manifesta dall'ultima Variazione, una luminosa marcia su cui si reinserisce, colmo di una dolcezza paradisiaca, il tema di Schumann, in un commosso commiato. Tutt'altro spirito anima le estrose Danze ungheresi. Brahms ne scrisse 21, originariamente per pianoforte a quattro mani e destinate a immensa fortuna. Le prime dieci Danze vengono pubblicate nel 1869 e sono il frutto della collaborazione musicale con il violinista ungherese Eduard Reményi e delle tournée che fece con Brahms proprio in Ungheria. Più che di musica ungherese, però, dovremmo parlare di musica zigana o zingaresca, ascoltata nelle strade cittadine piuttosto che nei paesi della campagna magiara. Il risultato di questa ispirazione, nuovamente tratta dalla propria vita privata, è un ciclo di Danze genuinamente divertenti, che evocano l'aspetto più giocoso del pianoforte a quattro mani, ma che al contempo riescono a fondere la musica zingaresca e lo stile di Brahms. Questo raro equilibrio è tra le ragioni della fortuna di quest'opera e spiega un certo colore zigano che accompagnerà Brahms in tutta la sua produzione, fino alle sue ultime opere. Non è un caso, infatti, che già nel 1861, Brahms avesse deciso di terminare il suo primo Quartetto per pianoforte proprio con un forsennato Rondò alla Zingarese: evidentemente, qualcosa della sfrontata nobiltà e dell'entusiasmo disinvolto di questa musica doveva risuonare nell'anima del compositore di Amburgo.

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Discografia
Beatrice & Eleonora Dallagnese
L'artista

Eleonora & Beatrice Dallagnese

Eleonora e Beatrice Dallagnese sono sorelle gemelle di 23 anni e vivono a Oderzo (TV).
Hanno iniziato lo studio del pianoforte all'età di 4 anni e nel 2015 sono state ammesse alla prestigiosa Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola in cui hanno studiato con M° Stefano Fiuzzi. Attualmente studiano con M° Ingrid Fliter e M° Boris Petrushansky nella classe di pianoforte e con M° Marco Zuccarini e M° Nazzareno Carusi nella classe di musica da camera.
Nel 2018 si sono diplomate al Conservatorio “C. Pollini” di Padova, entrambe con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore.
Hanno partecipato a masterclass tenute dai Maestri Alberto Nosè, Selma Chicco Hajdin, Gloria Campaner, Federico Colli, Jerome Lowenthal, Natalia Trull, Franco Scala, Andrè Gallo, Avedis Kouyoumdjian, Lilya Zilbertstein, Silver-Garburg duo e Michel Béroff.
Nell’anno 2022 sono state nominate Yamaha Artist con il seguente annuncio: “È un grande onore per noi di Yamaha Piano annoverare nella famiglia degli “Yamaha Artist” le talentuose Beatrice ed Eleonora Dallagnese, siamo sicuri che saranno eccellenti ambasciatrici per la cultura pianistica e musicale, portatrici di bellezza, poesia, talento e grande professionalità.”
Nella stessa occasione hanno inciso il loro primo Album.

Nello stesso anno hanno registrato alcuni brani di Schumann all’interno del progetto sull’integrale del compositore tedesco organizzato dall’Accademia di Imola.
Tengono regolarmente concerti in veste di soliste e in duo pianistico. Si sono esibite in alcune delle più prestigiose stagioni concertistiche come l’Accademia Filarmonica di Verona presso l’Ateneo dell’Università di Verona, Società del Quartetto di Milano presso la Sala Puccini del Conservatorio G. Verdi, Imola Summer Festival al Teatro dell’Osservanza, Accademia Filarmonica di Bologna presso la Sala Mozart, Amici della Musica di Padova, Bartolomeo Cristofori Piano Festival a Padova, Festival di Pentecoste di Badia a Passignano (FI), Circolo di Ave di Fermo, Musica con le ali in collaborazione con il Teatro La Fenice, Oratorio del Gonfalone a Roma, Università Bocconi di Milano e Fondazione La Società dei Concerti di Milano.
All’estero si sono esibite nella rinomata Wiener Saal di Salisburgo, Bruxelles, Montecarlo, Festival de Musique de Menton (Francia), ISA Festival di Reichenau an der Rax (Austria), Piła Festival (Polonia), Łódź (Polonia), all’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, al Teatro dell’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul e alla Carnegie Hall (Stern Auditorium) di New York.

Nel giugno 2017, in seguito alla vittoria dell’American Protégé Competition di New York, hanno debuttato allo Stern Auditorium/Perelman Stage della Carnegie Hall di New York.
Nel 2019 sono state invitate dal M° Franco Scala, fondatore e direttore dell’Accademia Pianistica di Imola, ad esibirsi per il concerto dedicato all’equipollenza dei diplomi accademici in lauree al Teatro Ebe Stignani di Imola con la presenza del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e del presidente dell’Accademia Corrado Passera.
Eleonora e Beatrice hanno suonato, in qualità di soliste, con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese, l’Orchestra Filarmonica di Bacau e la Virtuosi Brunensis Orchestra.
Inoltre si sono esibite con il Quartetto Adorno e hanno collaborato al progetto “Mousiké” con la pianista Gloria Campaner e il visual artist Natan Sinigaglia.

Nell’anno 2023 sono state selezionate dal CIDIM nell'ambito del progetto di valorizzazione nel mondo dei giovani pianisti talentuosi.
Alcuni loro concerti sono stati trasmessi in canali televisivi come “il13” e in radio come RPL.
Hanno partecipato a concorsi nazionali e internazionali sia come soliste che in duo pianistico, ottenendo 44 primi premi assoluti come ‘Piano talents’ International Piano Competition di Milano, Concours International de piano à 4 mains di Montecarlo, Cesar Franck International Piano Competition di Bruxelles, International Piano Competition di Treviso, ‘Recondite Armonie’ International Piano Competition di Grosseto, San Donà International Piano Competition e ‘Andrea Baldi’ International Piano Competition di Bologna.

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