I Cameristi della Scala - I Percussionisti della Scala
Shchedrin - Friedman – Regner - Samuels - Brodmann

Carmen suite


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Shchedrin - Friedman – Regner - Samuels - Brodmann

Carmen suite



L'album

Carmen suite

Il nome del novantenne compositore russo Rodion Shchedrin nato a Mosca nel 1932 è noto principalmente per l'adattamento per balletto della Carmen di Bizet del 1967. L'opera infonde davvero nuova vita alla musica e merita di essere apprezzata come un vero e proprio tributo creativo piuttosto che un arrangiamento. Essa possiede un'inventiva e un'energia tali che ben presto il brano ha iniziato a circolare a livello internazionale come suite da concerto. Una registrazione come quella che si può ascoltare in questo disco, realizzata dai cameristi e dai percussionisti della Scala darà molto piacere all'ascoltatore anche fuori dal teatro.
Il balletto fu scritto su materiale di partenza della famosa opera di Bizet, con dedica a sua moglie Maya Plisetskaya , da sempre prima ballerina del Teatro Bolshoi di Mosca che aveva chiesto invano a Dmitri Shostakovich e ad Aram Khachaturian un adattamento prima che il marito accettasse. L'idea originale di una versione di balletto basata su motivi tratti dal racconto di Prosper Merimee, con un libretto commissionato al coreografo cubano Alberto Alonso , non convinse Shchedrin, che temendo la superiorità del materiale operistico di Bizet scelse di "non rendere un ossequioso omaggio al genio di Bizet, ma di affrontarlo in modo creativo' . Per un insolito organico di archi, timpani e quattro gruppi di percussioni, Shchedrin ha utilizzato motivi non solo dell'opera, ma anche dall' Arlesienne Suite n.2 e dall'opera La jolie fil/e de Perth. Ne è nato un arrangiamento nuovo e ritmicamente più nitido, per orchestra d'archi, cinque timpani e quattro gruppi di percussioni contenenti tutti gli strumenti percussivi possibili, dalla marimba, al vibrafono, dai bonghi alle maracas , dalle nacchere ai crotali, ai guiros e ai campanacci. Due elementi della scrittura emergono con notevole rilievo: l'accostamento creativo di due potenti gruppi strumentali - archi combinati con un imponente set di strumenti a percussione graduati dinamicamente - e il rigoroso allontanamento dalla partitura classica di Bizet.
L'abbandono dei fiati, sebbene risuonino le melodie più orecchiabili, determina un cambiamento stilistico evidente. Spostamenti metrici , improvvisi cambiamenti ritmici , di fraseggio e di atmosfera sorprendono l'ascoltatore ad ogni minima deviazione, restituendo una lettura spiritosa e ironica - si ascolti l'incipit dell' Habanera affidato a un duetto vibrafono e timpani o la scena del Torero che inizia con un rullo in crescendo di tamburi per poi interrompersi improvvisamente.
Nel balletto la storia di Carmen è raccontata in flashback. Inizia con l'esecuzione di Don Jose (ha ucciso la sua focosa amante Carmen) che nell'attesa rivede i momenti salienti della vicenda. Carmen, operaia in una fabbrica di sigarette , si scontra con altre operaie e le guardie la arrestano. Grazie al suo potere di seduzione riesce a conquistare José, che la rilascia completamente innamorato. Ma la scoperta di Don Jose dei sentimenti di lei verso il celebre torero Escamillo - per la quale è intenzionata a lasciarlo - lo spinge a pugnalarla in un impeto di gelosia.
Per il suo adattamento del libretto , Shchedrin ha scelto i numeri più noti dell'opera. Una breve Introduzione (Andante assai) è subito seguita da una Danza (Allegro), da un Primo Intermezzo (Allegro moderato) e dal Cambio della Guardia (Moderato) con la sua accen­ tuazione grottescamente esagerata di singole note che fa ristagnare il flusso melodico. Poi un'apparizione della Carmen, che naturalmente presenta l'Habanera (Allegro moderato). Seguono una Scena (Allegro moderato) e un Secondo Intermezzo (Larghetto);
la Farandole della fine della Seconda Suite L'Arlesienne arriva al settimo posto e muta nel Bolero (Allegro vivo), seguito da due numeri di Torero (Moderato con stoltezza e Lento) e da musiche da corrida. Dopo un Adagio e un Andantino, la Carmen Suite si conclude con un Allegro finale. Nella coda, dopo un grandioso crescendo , Shchedrin affida il tema dell'Habanera alle campane , che entrano estasiate da lontano, accompagnate dal delicato pizzicato degli archi.
È notevole l'abilità tecnica esecutiva richiesta dal brano ai percussionisti - 47 strumenti diversi utilizzati in partitura - che sembra però dare grande gioia ai musicisti scaligeri avendo inciso questo disco con sfoggio di virtuosismo e espressività anche nei brani per sole percussioni destinati alle tre tracce finali: Camuse/ di David Friedman e Dave Samuels è un incredibile duetto per vibrafono e marimba, originariamente eseguito dal duo di compositori con il titolo Double lmage, che esalta la natura improvvisativa del pezzo pur partendo da uno schema compositivo scritto. L'apertura all'intervento dell'esecutore sul materiale originale trova conferma anche nell'arrangiamento che gli scaligeri hanno realizzato in questa occasione con l'aggiunta di timpani e batteria.
È il titolo stesso Changing Patterns di Hermann Regner per quartetto di percussioni a richiedere , nella continua sovrapposizione di pattern, nella distribuzione nello spazio e nell'ampia gamma di dinamiche prodotte a mani nude, il forte senso ritmico e di interplay che emerge da questa incisione. L'ultimo brano, Greetings to Hermann dell'eclettico musicista e filmaker tedesco Hans-GOnter Brodmann, per soli strumenti a membrana, segna l'approdo in un territorio fortemente influenzato dallo stile jazz e dalle sue trame, in cui il set di percussioni si destreggia con grande padronanza di linguaggio.

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Discografia
I Cameristi della Scala
L'artista

I Cameristi della Scala

L’orchestra da camera dei Cameristi della Scala è stata fondata nel 1982 ed è formata da musicisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala. I Cameristi hanno eseguito concerti nei teatri e nelle sale da concerto più prestigiose del mondo. Nel corso della stagione 2019/2020 hanno debuttato alla Victoria Hall di Ginevra e tenuto concerti al MC2 di Grenoble, all’Istanbul Music Festival, al Festival di Ljubljana, al Festival Enescu e all’Autumn Tbilisi Music Festival. La scorsa stagione si è aperta con uno straordinario evento al World Economic Forum di Davos: i Cameristi della Scala e Roberto Bolle sono stati i protagonisti della serata inaugurale del WEF con la prima mondiale dello spettacolo The Seasons. Negli ultimi anni hanno suonato per due stagioni alla Carnegie Hall, nella sede ONU di New York, al MIT di Boston, a Washington, a Miami, in tre occasioni a Mosca nella Sala Cˇ ajkovskij, a Madrid all’Auditorio Nacional, a Buenos Aires al Teatro Coliseo, a Parigi nella sede dell’Unesco e nella Salle Gaveau, a Istanbul nella magica cornice di Hagia Irene e Is Sanat, a Varsavia nel Teatro dell’Opera, a Zurigo nella Tonhalle, a Toronto nel Sony Center, e hanno eseguito quattro concerti a Shanghai rappresentando la città di Milano all’Expo 2010. Dal 2007 al 2009 sono stati i protagonisti, in piazza del Duomo a Milano, del Grande concerto d’estate, suonando sul sagrato alto del Duomo davanti a più di diecimila spettatori. Nel 2012 i Cameristi hanno ricevuto dalla Provincia di Milano il Premio Isimbardi, destinato alle istituzioni che, con la loro importante attività internazionale, hanno contribuito al prestigio della città di Milano nel mondo.

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I Percussionisti della Scala

L’ensemble di percussioni è stato fondato nel 1978 su consiglio di Claudio Abbado. Il nome I Percussionisti della Scala è collegato al teatro da dove provengono gli strumentisti e dove svolgono la loro attività principale: al Teatro alla Scala vivono varie esperienze e diverse realtà musicali, nonché varie applicazioni e possibilità teoriche dei numerosi strumenti a percussione. Suonano in tutti i più importanti teatri del mondo, sia con l’orchestra del teatro stesso che con quella della filarmonica diretta dai più prestigiosi direttori. Coordinati dal 1995 da Loris Francesco Lenti, hanno tenuto centinaia di concerti, davanti a i più svariati tipi di pubblico, partecipando a numerosi festival musicali di alto livello sia in Italia che all’estero: Teatro alla Scala, Festival di Ravenna, Festival di Ludwigsburger, Teatro “Manzoni” e Conservatorio “Verdi” di Milano, Fiera della musica di Torino, Festival della Giornata mondiale della musica.

I Percussionisti sono sovente presenti all’inaugurazione di auditorium, teatri e sale da concerto, a manifestazioni per grandi masse di pubblico e a concerti registrati dal vivo per radio italiane ed estere. Oltre a partecipare a concerti trasmessi dalla Rai, RaiSat International e da altri networks privati, hanno inaugurato rassegne umanitarie come il Telethon suonando insieme a grandi artisti della musica rock e prendendo parte a eventi di notevole rilievo, suonando sulle piazze assieme a gruppi folkloristici africani, improvvisando con gruppi di tecno-esecutori di musiche sperimentali rivolte ai giovani.

Il gruppo – assai duttile e polivalente per quanto riguarda il numero e i nomi degli esecutori – ha avuto la possibilità di eseguire moltissime prime nazionali e mondiali assolute con musiche espressamente composte e a loro dedicate da noti compositori: Luigi Nono, Karlheinz Stockhausen, Giacomo Manzoni, Azio Corghi, Marcello Abbado, Marco Betta, Federico Dell’Agnese, Carlo Galante, Alessandro Lucchetti, Luca Mosca, Gianpaolo Testoni, Marco Tutino, Paolo Ugoletti, Maurice Jarre, Alberto Barbero, Lorenzo Ferrero, Matteo D’Amico, Maurizio Fabrizio, Stefano Martinotti, Ailem Carvajal Gomez, Luigi Marinaro, Luigi Abbate, eseguite sia al Teatro alla Scala sia in vari festival.

Il loro primo disco è stato accolto dai critici e dal pubblico con molto favore. L’uscita di I Colori della Percussione (il primo completamente live del gruppo), seguito Fla-Ga-Dà, uscito nell’autunno 2003, ha iniziato un nuovo filone di CD del gruppo. L’ultimo, Live al Teatro Scala, del 2008, è per Milano Musica per il Festival John Cage.

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