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Eros Roselli
Ferdinando Carulli

Quartets for guitar and strings


 Quartets for guitar and strings
Eros Roselli
Ferdinando Carulli

Quartets for guitar and strings



L'album

Carulli: Quartets for guitar and strings

Ferdinando Maria Meinrado Francesco Pascale Rosario Carulli nacque a Napoli il 9 febbraio 1770 da Michele Carulli e Patrizia Federici, entrambi non musicisti e di condizione presumibilmente agiata. Si avvicinò alla musica sotto la guida di un ecclesiastico che gli impartì lezioni di violoncello. Come autodidatta si dedicò quindi allo studio della chitarra che mancava, nella seconda metà del ‘700, di una letteratura e di un apparato didattico tale da renderlo uno strumento degno di rilievo nella vita musicale.
Proprio in quest’epoca la chitarra subisce una trasformazione organologica decisiva passando da strumento a cinque corde raddoppiate a strumento a sei corde semplici. Proprio a Napoli le famiglie di liutai Vinaccia e Fabricatore si mettono in luce producendo intorno al 1770, in anticipo rispetto ai costruttori di altri Paesi europei, il nuovo strumento. Nata nel periodo che la storia della musica annovera come classicismo, la chitarra a sei corde semplici si guadagna così la definizione di “chitarra classica”. Essa gode a Napoli di un ambiente favorevole dovuto alla significativa diffusione fra la borghesia e le classi popolari di strumenti affini come il mandolino e il colascione. È dunque assai probabile che anche ciò abbia costituito un aiuto a favorire il radicamento di una letteratura e una pratica chitarristica che si consoliderà nei decenni a venire.
Il panorama musicale a Napoli e in Italia a cavallo fra ‘700 e ‘800 vede la prevalenza dell’opera a danno della musica strumentale che non gode di un’adeguata presenza nelle stagioni concertistiche. Inevitabile per Carulli, così come fu per altri chitarristi suoi contemporanei (Mauro Giuliani, Fernando Sor, Dionisio Aguado, Francesco Molino, Matteo Carcassi…), emigrare. Dopo un breve periodo viennese, dove evidentemente trovò l’ingombrante concorrenza di Giuliani, a partire dal 1808 Carulli si stabilisce a Parigi dove rimane fino alla morte avvenuta nel 1841. Capitale della vita artistica anche in quest’epoca, a Parigi l’arrembante classe borghese anima la vita musicale attraverso l’attività di editori, committenti, organizzatori, amatori, allievi… Ferdinando si segnala subito come artista capace di svelare a un pubblico sempre più ampio le risorse espressive e virtuosistiche del nuovo strumento. Il Journal de Paris così commenta nel 1809 un suo concerto pubblico: “Mai la chitarra aveva ragionato sotto dita più abili; il signor Carulli trae da questo strumento suoni incantevoli, che si scambierebbero a turno per suoni di piano, di arpa e di armonica. Bisogna sperare che egli non si limiterà a questo primo concerto, che avrebbe attirato molta più gente se il talento del virtuoso fosse stato più generalmente conosciuto”.
All’inizio del XIX secolo la chitarra classica diventa uno strumento di moda, gode di nutritissime schiere di appassionati, dilettanti, allievi in svariate città europee. Per dare un’idea della popolarità dello strumento vale la pena di ricordare quanto ricorda Marco Riboni nella sua biografia di Mauro Giuliani: il contratto che legò Giuliani all’editore che diede alle stampe il Metodo op. 1 per chitarra procurò al chitarrista lo stesso compenso che in quegli anni Beethoven ottenne per la pubblicazione della sua Nona Sinfonia. In Italia, Francia, Austria, Germania, Spagna, Inghilterra, Paesi dell’est Europa il numero di Metodi e di raccolte di studi per chitarra ammonta a svariate decine.
Beneficiando anche dell’appoggio e del favore di nobili, ricchi borghesi e di membri dell’ambiente artistico napoleonico Carulli diventa un personaggio di primo piano nella vita musicale d’oltralpe. Corteggiato da numerosi editori pubblica un gran numero di composizioni per chitarra e soprattutto per chitarra e altri strumenti. Anche la straordinaria abbondanza di opere cameristiche in cui la chitarra gioca un ruolo paritario o addirittura di preminenza rispetto a strumenti dalla storia più lunga e ammirata ci fornisce assicurazioni sulla popolarità e sul rilievo che il nuovo strumento stava guadagnandosi anche nelle città più importanti del continente. Alla fine degli anni ‘30 Carulli arriverà alla pubblicazione di ben 366 numeri d’opera senza contare le composizioni non numerate. Oltre che da editori parigini quali Carli, Pleyel, Lemoine, Naderman… le sue musiche vengono date alle stampe da grandi editori austriaci, tedeschi e italiani come Artaria, Haslinger, Schott, Breitkopf & Härtel e Ricordi.
Lo stile di Carulli è talora salottiero, disimpegnato, altre volte più intriso di sentimentalismo, lirismo e spinto al virtuosismo strumentale. La sua produzione da concerto annovera sonate, temi con variazioni, fantasie, danze, divertimenti, composizioni descrittive e a programma… Rilevante la presenza di trascrizioni d’arie d’opera di autori come Cimarosa, Haydn, Mozart, Beethoven, Rossini, Bellini… È tuttavia la produzione didattica ad assicurare fortuna a Carulli con la pubblicazione di Metodi e Studi che divengono ben presto autentici bestseller soggetti a ripetute edizioni curate da decine di editori.
Si diceva della presenza della musica cameristica nella produzione carulliana: siamo di fronte a opere spesso immeritatamente sconosciute e prive di ristampe in edizione moderna. È il caso delle composizioni presenti in questo progetto. I quartetti per chitarra, violino, viola e violoncello op. 207 e 208 sono tuttora depositati nell’edizione dell’epoca presso la Biblioteca Nazionale di Parigi. Lo stesso vale per il Notturno op. 3b per violino e chitarra e per le Variazioni sulla Follia di Spagna per chitarra sola rintracciabili nel catalogo di altre biblioteche europee. Solamente la Serenata op. 109 per violino e chitarra ha goduto dell’attenzione di editori moderni.
In queste opere risalta chiaramente la cifra stilistica di Ferdinando Carulli. Estraneo all’estetica romantica, che muove i primi passi quando Carulli aveva già consolidato tanto il successo quanto lo stile compositivo, egli si esprime con semplicità, esaltando la melodia ed evitando di trattare l’armonia con la complessità che caratterizza altri autori dell’epoca. Siamo di fronte a un musicista figlio dell’estetica tardosettecentesca. In lui prevalgono cenni galanti, una fresca vivacità delle invenzioni ritmiche e melodiche, struggimento nostalgico, un linguaggio semplice lontano dalle prime sofferte e problematiche elaborazioni che condurranno verso fine secolo alla crisi del sistema tonale. Frequenti sono le contrapposizioni ravvicinate di episodi motivici senza particolare attenzione allo sviluppo. Le modulazioni armoniche privilegiano i toni vicini. Notevole è la capacità di mantenere l’equilibrio sonoro fra gli strumenti anche in considerazione delle ridotte possibilità dinamiche della chitarra di inizio ‘800, ancora priva delle caratteristiche morfologiche e strutturali che solo nella seconda metà del XIX secolo le consentiranno di raggiungere standard più apprezzabili.
Da questo punto di osservazione va dunque ascoltata l’opera di Carulli. Ignorarla significa privarsi della possibilità di cogliere un aspetto niente affatto marginale della produzione strumentale di inizio ‘800. Anche in virtù della popolarità raggiunta dalla chitarra in quell’epoca, queste composizioni rappresentano dunque un'importante testimonianza artistica e culturale, che merita un’adeguata collocazione nella storia della musica.

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Discografia
Eros Roselli
L'artista

Eros Roselli

Il chitarrista Eros Roselli si è formato con Ruggero Chiesa e ha vinto premi e riconoscimenti ufficiali al Concorso di Savona, di Lagonegro, “F. Sor” di Roma, al Premio Fundaciòn Guerrero di Madrid e in altre competizioni. Ha all’attivo una lunga serie di concerti e ha tenuto master class in Italia, Svizzera, Germania, Austria, Spagna, Croazia, Slovacchia, Unghe-ria, Lituania, Russia, Inghilterra, Danimarca... American Record Guide di lui ha scritto “superb Italian guitarist Eros Roselli is a first-rate musician and he offers probing interpretations of even the most unassuming miniatures, employing his supple sense of phrasing, pristine articulation, and full tone to remarkably satisfying effect”. Musicista dai molteplici interessi Eros Roselli si dedica da alcuni anni anche alla composizione. Laureato in sociologia all'Università di Trento con una te-si sulla musica contemporanea è docente di chitarra presso il Conservatorio di Musica di Padova. L'esperienza maturata in diversi incarichi di rilievo istituzionale (compreso quello di Direttore) l'ha portato a scrivere un libro sulla riforma dei Conservatori di musica intitolato Uscire dal ghet-to?, pubblicato nel 2015 da Armando editore e un secondo lavoro nel 2018 intitolato Musica e Conservatori, come superare una crisi di sistema?.

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